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Teatro Pubblico Pugliese: "GD'A Puglia 2011: progetto vincitore"

Pensieri di Cartapesta: "Teatri di Vetro: Spic e Span/N-esimo Progetto Fallimentare"

Teatro e Critica: "Domenica a Teatri di Vetro: danzando sotto la pioggia"

Teatro.org: "Una serata d'eccellenza"

 



Teatro Pubblico Pugliese: "GD'A Puglia 2011: progetto vincitore"

Bari, 9 Dicembre 2011

"N-esimo progetto fallimentare" - di e con Maristella Tanzi e Carlo Quartararo si è aggiudicato il "Premio GD'A - Giovani Danz'Autori Puglia 2011". E' stato conferito venerdì 9 dicembre nel corso di una breve cerimonia al Fortino di Sant'Antonio Abate di Bari cui hanno preso parte rappresentanti della giuria e Carmelo Grassi, Presidente del Teatro Pubblico Pugliese, Gemma Di Tullio, Capo progetto Fesr Danza del Tpp. A leggere la motivazione del premio è stato Andrea Nanni, critico di danza e direttore del Festival Armunia di Castiglioncello: "di fronte ad un panorama che per varietà e articolazione conferma la crescita degli artisti pugliesi anche nel campo della danza, la giuria della prima edizione del premio Gd'A Puglia 2011 sottolinea che questo premio non si limita a valutare la compiutezza coreografica e drammaturgica dei lavori in gara ma ne prende in considerazione anche la capacità di rivelare i possibili sviluppi dei singoli talenti autorali. Facendo sua la celebre esortazione di Samuel Beckett "fallisci ancora, fallisci meglio", la giuria assegna il premio a Maristella Tanzi e Carlo Quartararo per "N-Esimo Progetto Fallimentare". Un progetto che, attraverso un preciso disegno drammaturgico, valorizza la qualità dei due autori-interpreti in una sintesi felicemente ironica".

Il Premio (una somma in denaro finalizzata alla produzione e opportunità professionali nella rete Anticorpi XL), è stato consegnato dal tutor d'attività, Antonio Carallo, coreografo, performer e danzatore storico del Tanztheater di Pina Bausch.

La Giuria di esperti era formata da nomi eccellenti tra operatori e istituzioni del mondo della danza. Oltre che Andrea Nanni: Anna Lea Antolini - consulente per la danza italiana della Fondazione RomaEuropa, Selina Bassini - co-direttrice dell'associazione Cantieri di Ravenna e coordinatrice del Network Anticorpi XL, Pier Giacomo Cirella, responsabile del settore Danza di Arteven (circuito di prosa e danza del Veneto) e segretario generale del Teatro Comunale di Vicenza, Anna Maria Onetti, direttrice di ArteDanzaE20 e del Festival Exister di Milano, Gilberto Santini, direttore di AMAT - Associazione Marchigiana Attività Teatrali (circuito di prosa e danza delle Marche), Roberto Ricco, operatore culturale pugliese, già coordinatore artistico del Teatro Kismet.

Giovedì sera, al Teatro Kismet, si era svolta la finale del Premio Gd'A al termine della quale il pubblico ha potuto anche votare il lavoro più gradito tra i cinque in concorso. Il Premio del Pubblico è stato assegnato ex aequo a "N-esimo progetto fallimentare" (Maristella Tanzi e Carlo Quartararo) e "Sete", con Claudia Cavalli e Vito Cassano. A consegnare il riconoscimento (i lavori aranno programmati nella prossima edizione di DAB a Bari 2012) è stata l'Assessore al Mediterraneo, Culture e Turismo della Regione Puglia, Silvia Godelli.

Il Premio Gd'A Puglia è un progetto promosso dal Teatro Pubblico Pugliese nell'ambito di Dansystem - PO FESR PUGLIA 2007-13, tra le azioni affidate dalla Regione Puglia, Assessorato alla Cultura e in collaborazione con gli operatori aderenti a Una Rete per la Danza Contemporanea in Puglia. Hanno fornito un particolare supporto alcune residenze di Teatri Abitati: Tra il Dire e il Fare/La Luna nel Letto/QuaLiBò di Ruvo di Puglia, Resextensa di Bitonto, Terrammare Teatro di Nardò, ed i Teatri Stabili di innovazione Cantieri Teatrali Koreja e Teatro Kismet OperA.


Link all'originale: http://www.teatropubblicopugliese.it/news/gda-puglia-2011-progetto-vincitore_577.html


Pensieri di Cartapesta: "Teatri di Vetro: Spic e Span/N-esimo Progetto Fallimentare"

di Audrey Quinto - Roma, 20 Maggio 2012

Due i pezzi, al teatro Palladium, nella serata di domenica 20 maggio, inseriti all'interno dell'annuale appuntamento con la rassegna Teatri di vetro. Diversi tra loro nello stile e nell'intento, sono indubbiamente ben accostati: entrambi provocatori, volti a stimolare la riflessione sulla nostra condizione attuale, il nostro ruolo nella società e, quindi, a renderci consapevoli del nostro stato.

Nella prima performance, Spic & Span, [...]

Il pezzo successivo, N-esimo progetto fallimentare, è giocato, dall'inizio fino alla sua originale conclusione, sul confine tra realtà e teatralità. La danzatrice e coreografa Maristella Tanzi e l'assistente tecnico Carlo Quartararo sono i protagonisti della scena e propongono al pubblico del Palladium un'interessante e simpatica rappresentazione della creazione di uno spettacolo di danza, dalla prospettiva dello staff stesso: i costi, le prove, la sala, le luci, i tempi, le rassegne da cercare, i contatti da creare, insomma il mare delle mille e una difficoltà che gli artisti devono affrontare per realizzare la loro opera. Tutto questo senza assolutamente velare l'atmosfera di pesantezza cinica o di dissapore; tutt'altro: la genialità della performance sta proprio nel rendere comico un tema serio e di riuscire a coinvolgere anche gli spettatori. In realtà, affrontare questi ostacoli fa parte del divertimento del mestiere. E questo Qualibò lo sa.


Link all'originale: http://www.pensieridicartapesta.it/2012/05/24/teatri-di-vetro-spic-spann-esimo-progetto-fallimentare/


Teatro e Critica: "Domenica a Teatri di Vetro: danzando sotto la pioggia"

di Matteo Antonaci - Roma, 20 Maggio 2012

Non amo i diari. Non amo le pagine dei diari bianchi di carta quando si smaterializzano in codici informatici. C'è qualcosa di fin troppo personale nella parola "diario", incapace di giustificare l'eventuale interesse di un lettore.

E poi i diari sono stati trasformati in blog. E tutti ce ne siamo fatti una ragione. Blog: perdo irrimediabilmente la differenziazione tra privato e pubblico, tra personale e impersonale, tra dentro e fuori. Proseguo nel racconto fotografico iniziato da Simone Nebbia e Sergio Lo Gatto nel tentativo di restituire uno sguardo critico sull'edizione 2012 di Teatri di Vetro rinunciando a una più formale modalità di critica. Mi lascio affascinare dall'immaginario di Tumblr e social network vari, e dalle fotografie senza macchina fotografica lanciate come sassi digitali delle reti di Instagram, dai colori di Hipstamatic, dalle animazioni di Cinemagram e da quella patina vintage cucita nei tessuti dei vestiti di American Apparel. Ci vuole pochissimo per ritrovarci tutti i colori sgargianti di Spic & Span coreografia dei giovani Francesca Foscarini, Giorgia Nardin e Marco D'Agostin, che apre questa domenica interamente dedicata alla danza.

[...]

Il pubblico che segue la danza non è corposo come quello che nei giorni precedenti ha seguito il teatro. Se in un blog bisogna essere il più rapidi e veloci possibili allora questa non è la giusta sede per chiedersi se sia l'acqua ad aver allontanato gli spettatori o, piuttosto, una particolarissima e spesso non fondata concezione della danza.

Proprio sull'idea di danza contemporanea, però, riflette la compagnia Qualibò in scena, sempre al Palladium, con N-esimo progetto fallimentare. Una danzatrice (Maristella Tanzi) e un tecnico (Carlo Quartararo) presentano agli spettatori una serie di piccole pièce «adatte a ogni occasione e prenotabili fin da subito», dando di volta in volta spiegazioni sul tempo di realizzazione (ed eventuali sacrifici di tempo libero e vita personale implicati nella lavorazione del pezzo) e sugli oggetti necessari alla messa in scena. Si parte da un pezzo di «Neoespressionismo lirico alla Tedesca con una particolare forma di narrazione non necessariamente lineare», per passare al «contemporaneo concettuale» e infine a una divertentissima «danza site-specific per spettatore solo». Vincitrice del premio GD'A Puglia 2011 la compagnia Qualibò dichiara sin dall'incipit dello spettacolo la natura autoironica dell'operazione, caratterizzata da una continua oscillazione tra i luoghi comuni che caratterizzano l'universo della danza contemporanea, l'intellettualismo non giustificato e la volontà di sottolineare il processo lavorativo che è alla base della costruzione di qualsiasi spettacolo in una cultura che tende sempre più a non considerare mestieranti i lavoratori in ambito culturale. La scena è allora una soglia tra interno ed esterno (come ci guardano/come ci guardiamo) dentro e fuori (lo spazio scenico/la sala prove in cui si costruisce il rapporto tra la danzatrice e il tuo tecnico) tra umorismo, semplicità e una sensazione di meravigliosa intimità.

[...]

Link all'originale: http://www.teatroecritica.net/2012/05/domenica-a-teatri-di-vetro-danzando-sotto-la-pioggia/


Teatro.org: "Una serata d'eccellenza"

di Alessandro Paesano - Roma, 20 Maggio 2012

Nonostante la pioggia abbia provato a disturbare il Festival, la quarta serata di questa sesta edizione di Teatri di vetro non poteva riuscire meglio.

Una serata dedicata alla danza con una escursione nella performance che ha lasciato il segno per la differenza tra i percorsi di ricerca proposti ma anche per la stessa felice qualità dei risultati ottenuti.

La serata si è aperta con Spic & Span di foscarini:nardin:dagostin.

[...]

Nello stesso segno dell'ironia è anche Qualibò N-esimo progetto fallimentare.

Una danzatrice e il suo tecnico luci dopo aver ringraziato compitamente il teatro e gli astanti annunciano al gentile pubblico la selezione di spettacoli che intendono mostrare quella sera. Un quadro di danza classica, uno di contemporanea accademica, un terzo di contemporanea astratta e un site specific per singolo spettatore.

L'esecuzione delle diverse coreografie è affidata a un sostegno tecnologico di fortuna. L'aria lirica che fa da colonna sonora alla coreografia classica è emessa da un cellulare che la danzatrice tiene per tutto il tempo nel palmo della mano, mentre il tecnico la illumina con due faretti che a tratti abbagliano il pubblico. La coreografia di contemporanea accademica viene eseguita a singhiozzo tra una enunciazione e l'altra degli elementi che servono per la sua realizzazione (tra gli altri sala prove, ufficio stampa, provvigioni e stipendi per le maestranze...). La coreografia di contemporanea concettuale è eseguita sulle note insicure del carrillon elettronico di un giocattolo, e il tecnico impiega due lunghi tubi al neon per illuminare la danzatrice altrimenti al buio.

Tra ironia e autoironia (la quarta coreografia, site specific è davvero eseguita solo per uno spettatore scelto a caso tra il pubblico, svolta dietro le quinte) lo spettacolo illustra lo sforzo, la difficoltà e la precarietà di un lavoro sempre meno riconosciuto eppure svolto la stessa precisione, maestria e cura. E mentre alla fine delle performance il duo cerca di vendere le coreografie e poi se ne va con aria scocciata, a luci accese in sala, come nei titoli di coda di un film, ritorna sul palco per regalarci una coreografia in più stavolta senza luci, il tecnico tiene di in mano delle semplici gelatine (quelle strisce trasparenti che servono a colorare le luci di scena). Realtà e rappresentazione si scambiano ripetutamente i ruoli in uno spettacolo che si fa riflessione totale sull'arte della danza presentando al contempo una estetica e una poetica precise, vive e intelligenti.

[...]


Link all'originale: http://www.teatro.org/spettacoli/dettaglio_spettacolo.asp?contrRecensione=OK&id_spettacolo=22901